domenica 9 dicembre 2007

Un fondo da 100 milioni per i prestiti in rosa


Intervista a Barbara Pollastrini
Ministra per i Diritti e le Pari Opportunità
di Cristina Sanna
Un fondo da cento milioni di euro per le imprenditrici che avviano nuove attività. E’ questa la proposta lanciata dalla Ministra per i diritti e le pari opportunità, Barbara Pollastrini, per dare attuazione all’articolo 32 - sostegno all’imprenditoria femminile - previsto nell’ultimo Disegno di legge finanziaria. I criteri di intervento saranno fissati attraverso un decreto emanato dal Ministro per lo sviluppo economico, per il quale la Ministra Pollastrini intende collaborare alla sua stesura. Queste ed altre, le iniziative in atto promosse dal Dipartimento a favore delle aspirazioni e dei bisogni delle donne nel nostro Paese.
Il Disegno di legge finanziaria per il 2008 segna dei passi importanti a favore delle donne intervenendo con misure per promuovere l'imprenditoria femminile e per agevolare il loro inserimento nel mondo del lavoro. Ci potrebbe illustrare, in concreto, di che tipo di interventisi tratta?

Questa è una Finanziaria che declina un principio: non c’è sviluppo se non c’è inclusione sociale, se non si espandono contemporaneamente diritti ed opportunità, se non si equiparano le condizioni di partenza nella società tra donne e uomini, se non si investe nel lavoro femminile e giovanile, se non si superano i conservatorismi di un paese gerontocratico. Mi sono impegnata, fin dal mio insediamento, per un ‘Piano d’azione straordinario per l’occupazione femminile’, in linea con gli obiettivi della Strategia di Lisbona per alzare il tasso di attività di donne, giovani ed over 50, ma soprattutto migliorare la qualità del lavoro femminile, sostenere i percorsi di carriera, rafforzare la presenza delle lavoratrici in posizione di vertice, superare la discriminazione retributiva ed accrescere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, dal momento che i carichi familiari sono ancora quasi esclusivamente sulle spalle delle donne. Se in casa non si guadagnano due stipendi, non si fanno figli: non è un caso che l’unica Regione in cui il numero dei bambini torna a nascere è la Lombardia, che registra quasi il 60% delle donne occupate, contro il 26% della Calabria. In Europa, i Paesi con più alti livelli di fecondità sono quelli in cui il tasso d’attività femminile è più alto e maggiore è l’investimento in politiche di conciliazione e nei servizi alla persona. Se la Strategia di Lisbona fissa al 60% il tasso di lavoro femminile da raggiungere entro il 2010, nel 2006 l’Italia si attesta al 46,3%, rispetto ad una media Ue del 57,4%. Ma nel Mezzogiorno, nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni, sono occupate 35 donne su 100, contro 74 su 100 al Nord. L’Istat rileva che le donne del Sud, anche le giovani, in molti casi hanno smesso di cercare lavoro. Per questo, con la Finanziaria 2008 abbiamo confermato l’agevolazione fiscale per l’assunzione di donne nel Mezzogiorno e nelle aree di crisi, già prevista dalla Finanziaria 2007, cioè lo sconto Irap che permette alle imprese di risparmiare 150 euro al mese per ogni lavoratrice assunta. Per quanto riguarda le iniziative imprenditorialidelle donne, dopo aver verificato in un tavolo di confronto con le stesse imprenditrici la necessità di una revisione del quadro normativo di riferimento, la legge 215 del 1992, con il Ministero per lo Sviluppo Economico stiamo realizzando strumenti innovativi, come un fondo pubblico per il microcredito finalizzato alla creazione e al consolidamento di imprese al femminile, visto che al Nord una azienda su quattro è costituita da un talento femminile ed una su cinque al Sud, e che la mortalità delle imprese femminili è il doppio di quelle maschili. Nella manovra ci sono altre misure che, seppure non specificatamente di genere, hanno una particolare ricaduta sulle donne, che con i giovan ihanno una maggiore discontinuità lavorativa ed hanno quindi più necessità di ammortizzatori sociali. Tra queste la riforma del sistema di totalizzazione dei contributi previdenziali, le facilitazioni per il riscatto della laurea, la copertura figurativa dei periodi di non lavoro per i dipendenti con contratti a termine, l’aumento graduale dell’aliquota dei parasubordinati.
Il Disegno di legge finanziaria per il 2008 prevede,tra l'altro, il rifinanziamento del Fondo destinato a promuovere le politiche di pariopportunità. In quale modo saranno investite queste risorse?

Per il 2008 è previsto un Fondo pari a 50 milionidi euro. Nelson Mandela diceva che ‘abbiamo bisogno di sviluppare una nuova cultura politica basata sui diritti umani’. Quella dei diritti umani e civili delle donne nel mondo è la bussola dell’agire del Dicastero che ho l’onore di guidare. Con il 2007, Anno europeo delle PariOpportunità per tutti, abbiamo avviato una serie di azioni contro le discriminazioni di genere e per orientamento sessuale, su base etnica, religiosa e culturale, relative alle disabilità e all’età che agiranno per un periodo temporale superiore ai 12 mesi, sui quattro temi proposti dall’Ue: diritti, rappresentatività, riconoscimento e rispetto. Ecco perché mi sta molto a cuore l’inserimento,nel pacchetto sicurezza recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, di una norma che permette di concedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari alle donne extracomunitariea ai loro figli minori quando siano oggetto di violenze in famiglia o corrano pericoli di vita. Non è una novità che sono le violenze domestiche a costituire l’emergenza maggiore, sia per le italiane che per le immigrate. Quella di permettere la regolarizzazione delle straniere che denuncia noi loro sfruttatori è una soluzione che ha funzionato molto bene per sottrarre alla prostituzione molte donne, giunte in Italia per lavorare e poi finite sulla strada, senza documenti e quindi ancora più ricattabili. Questa è una misura che fa parte del più ampio piano d’azione contro le molestie e le violenze che ha altri due obiettivi immediati: l’approvazione, con la Finanziaria, del fondo di 20 milioni di euro per azioni di sensibilizzazione, campagne preventive, potenziamento dei centri antiviolenza, e dell’Osservatorio contro la violenza sessuale; e il via libera, in tempi rapidi, delle norme sullo stalking e l’omofobia.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano in occasione del Convegno ‘Noi donne giuriste’, tenutosi qualche giorno fa, ha lanciato un richiamo affinché ci sia maggiore riconoscenza ai talenti e alle qualità professionali femminili. Secondo lei, nonostante la nostra Costituzione vieti esplicitamente qualsiasi discriminazione fondata sul sesso, per quale motivo, la presenza di dirigenti donne nelle aziende italiane - pubbliche e private - è molto più bassa rispetto a quella degli uomini?

La partecipazione femminile e l’investimento sulla leadership delle donne cresce di pari passo con la domanda di cambiamento e innovazione. L’Italia è molto indietro. Ce ne accorgiamo scorrendo i nomi dei vertici delle imprese, l’elenco dei Rettori, le nomine di Enti e Società. O quando affrontiamo i nodi dell’accesso alla politica e alle istituzioni. Tutto questo ci parla di una società immobile, in cui i meccanismi del normale ricambio delle classi dirigenti ad ogni livello sono come inceppati. E allora servono norme e regole transitorie che ci aiutino a ‘sbloccare’ contesti chiusi, tetragoni. Questa è la filosofia delle più recenti leggi sull’uguaglianza in molti paesi d’Europa.Stiamo lavorando a provvedimenti e normecapaci di aprire ai talenti delle donne istituzioni ai vari livelli, nomine negli Enti, nelle Authorities. E’un tema che investe in pieno la politica. Sul mercato, le aziende che chiudono la porta alle donne perdono competitività, mentre le istituzioni che riducono al minimo la partecipazione femminile perdono di rappresentatività.


pubblicato su "RomaGiovani"
novembre 2007

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