mercoledì 26 novembre 2008

In linea il nuovo portale "gioventu.it"


Intervista al ministro Giorgia Meloni


E' stato lanciato alcuni giorni fa il nuovo portale interamente dedicato alle politiche giovanili avviate dal governo Berlusconi. A presentarlo è il ministro Giorgia Meloni con «poche parole, quelle necessarie, come è prassi nel mondo del web». Ma soprattutto "la parola a voi giovani" (ndr). Infatti, il nuovo sito proposto dal ministro della Gioventù è «un sito aperto, una sorta di piazza virtuale dove è possibile non solo ricevere informazioni istituzionali, ma anche scambiare opinioni e proposte».

Ministro Meloni da alcuni giorni è in rete il nuovo sito "gioventu.it". Nel comunicato di presentazione lei parla di una «rottura con i meccanismi consolidati della comunicazione istituzionale». Quali sono, quindi, gli aspetti innovativi che caratterizzano il nuovo portale?
Quando abbiamo messo in cantiere il nuovo sito del ministero abbiamo immaginato un luogo che pur mantenendo la caratteristica di essere un sito istituzionale, aprisse le porte al confronto con i giovani ai quali è dedicato. Per questo abbiamo scelto di evitare una comunicazione unidirezionale, della serie: “Vi facciamo vedere noi come si fa”. Piuttosto abbiamo scelto di coinvolgere direttamente la gioventù italiana nella stessa sfida: partecipare al destino della propria generazione e contestualmente a quello della propria comunità nazionale. Si tratta certamente di una “rottura” con i meccanismi consolidati della comunicazione istituzionale. Come tutti i progetti sperimentali, anche quello che riguarda il nostro sito è in continua evoluzione. Per sondare la risposta dei ragazzi abbiamo aperto ai commenti liberi una parte del sito: chiediamo ai ragazzi di intervenire su un tema specifico che cambia una volta al mese. E’ un modo che secondo noi serve a incanalare il dibattito e renderlo più costruttivo rispetto ad un generico sfogatoio, di cui il web pullula di per sé. Le prime settimane sono state positive. I ragazzi hanno partecipato in maniera costruttiva e perciò, probabilmente, allargheremo pian piano l’area del dialogo.


Tra i temi di Gioventu.it c'è anche quello di promuovere un'autentica rivoluzione del merito. Ci potrebbe illustrare quali provvedimenti intende avviare a favore dei giovani talenti e per facilitare il loro inserimento nel mercato del lavoro?
Spesso in Italia si ha la sensazione che ai ragazzi venga proposta la ricerca della scorciatoia, come se l’obiettivo fosse quello di creare una generazione di “furbetti per il piacerino”. Io credo che ciò sia esattamente il contrario di quello che i giovani desiderano. Dalla generazione precedente e anche dal governo, secondo me i ragazzi si aspettano fiducia, valori ideali, esempi positivi, ma soprattutto il riconoscimento della meritocrazia. Abbiamo in cantiere alcuni progetti. Il primo, in collaborazione con il ministro per la Pubblica Amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta. Si tratta del programma “Mille Talenti”. L’idea nasce da un libro di Roger Abravanel intitolato “Meritocrazia”, e contiene il proposito di formare e valorizzare 1000 giovani italiani da inserire nella pubblica amministrazione. Il piano dovrebbe essere strutturato in diversi programmi, coordinati fra di loro attraverso la selezione progressiva dei migliori 10, 100 e 1000 giovani laureati italiani, sulla base di un apposito test nazionale. Naturalmente, con il coinvolgimento della Scuola Superiore di P.A. L’obiettivo è quello di realizzare tre gruppi che ricevano adeguate borse di studio, una formazione eccellente e prospettive di carriera adeguate, per poter essere da subito inseriti nelle amministrazioni centrali e periferiche, nazionali ed internazionali.

E per quanto riguarda invece la sezione dedicata alla "meglio gioventù", quali contenuti presenta?

I mass media raccontano la generazione dei ragazzi di oggi come composta da giovani criminali, fatta di bulli e teppisti o, quando va bene, sedotta dall’esempio dei protagonisti più insignificanti della tv, del tutto priva di una missione civile, spirituale o politica che sia. E’ il ritratto distorto dei giovani italiani di oggi. Io insisto: i giovani non sono solo una massa di parassiti nullafacenti che rifuggono le responsabilità. E’ vero che oggi la nostra gioventù subisce un bombardamento incessante di messaggi sbagliati, programmi sbagliati, esempi sbagliati. Ma è proprio nel modo di resistere a tutto questo che si rivelano le qualità straordinarie di questa generazione. Basterebbe solo un po' di buona volontà per scoprire una realtà giovanile molto diversa nell’Italia di oggi. Esistono mille storie quotidiane di solidarietà, di coraggio, di genio e talento che purtroppo non hanno mai avuto la ribalta della cronaca o l’hanno avuto solo per qualche attimo. Uno degli obbiettivi che mi sono posta con il mio ministero è proprio quello di raccontare, portare alla luce questi esempi. Abbiamo creato una sezione del sito apposita, in cui racconteremo storie vere di uomini e donne tra i 15 e i 35 anni. Storie che saranno raccontate e segnalate sia da scrittori famosi sia dai ragazzi. La prima ad esempio è stata scritta da Federico Moccia, un autore particolarmente vicino ai giovani. Accanto pubblichiamo storie raccontate da chi famoso non è ancora, ma conosce una storia che ritiene vada la pena di essere conosciuta e ha voglia di cimentarsi nell’arte del racconto. Non si deve far altro che spedirla per mail all’indirizzo segnalato sul sito: le migliori saranno pubblicate.

Nel portale c'è spazio anche per le comunità giovanili. In cosa consistono e quando saranno attivate?
Le Comunità giovanili sono degli spazi di aggregazione dedicati ai giovani e organizzati da giovani che non abbiano superato i 35 anni. Luoghi reali nei quali sia possibile navigare in internet, leggere giornali, fare musica, teatro, cinema, sport, pittura, fotografia, poesia, ma anche riscoprire i saperi tradizionali. Spazi nei quali organizzare convegni, corsi, laboratori e dove maturare relazioni, attitudini personali e vocazioni. L’obiettivo è offrire alle giovani generazioni degli spazi che rappresentino un’alternativa alla noia e al disimpegno, che spesso sono alla base di fenomeni di disagio, soprattutto nelle periferie delle grandi città metropolitane e in alcune realtà del meridione.
Le Comunità vengono promosse con pochi vincoli statutari: assenza di fini di lucro, democraticità dell’accesso alle cariche, elettività delle cariche tra i soci in regola con l’iscrizione, trasparenza di bilancio, assenza di qualunque tipo di discriminazione, indicazione delle finalità della comunità. Tali vincoli sono essenziali per iscriversi al registro nazionale istituito presso il dipartimento della Gioventù e conseguentemente per usufruire dei contributi del “fondo comunità giovanili”, la cui dotazione è di 5 milioni di euro l’anno. Il disegno di legge che le istituisce è all’esame del parlamento, le comunità potrebbero diventare operative in primavera.


Il sito consente inoltre di scaricare gratuitamente le puntate trasmesse da Radio Gioventù e di partecipare con propri contributi al "Focus". Quali saranno gli argomenti trattati in questi spazi?
Radio Gioventù partirà nei prossimi giorni. Tratterà tutti gli argomenti d’attualità legati alle competenze del ministero. Prenderemo spunto dalle lettere che ogni giorno riceviamo da parte dei lettori del sito. Quanto al Focus, siamo partiti con il tema dell’ecstasy e, seguendo gli spunti forniti dai contributi dei ragazzi, siamo arrivati a toccare un altro tema controverso, quello degli Smart Shop, negozi che vendono tra l’altro prodotti che pur non risultando ancora nelle tabelle delle sostanze illegali producono gli stessi effetti di alcune droghe. Il tema del prossimo Focus, invece, sarà scelto tra quelli che i ragazzi stessi propongono nelle loro email.


Se lei dovesse riempire una immaginaria "cassetta degli attrezzi" con strumenti che consentano ai giovani di introdursi con più facilità nel mercato del lavoro, quali sceglierebbe?
Impegno, determinazione, creatività e anche ottimismo: questo sono gli attrezzi che oggi più di ieri non devono mancare. I giovani sanno che non possono arrendersi alle difficoltà che questi anni gli porranno di fronte. Una cosa è certa: la situazione economica è cambiata e il nostro compito – come governo - è quello di adeguare la società ad un mercato del lavoro che cambia. Si tratta di una sfida che non riguarda solo le politiche del lavoro, ma costituisce la base delle numerose iniziative che il ministero della Gioventù si impegna a portare avanti con un unico obiettivo: governare la flessibilità. L’obbiettivo dell’intero governo è quello di sviluppare strumenti capaci di rendere la flessibilità una finestra di ingresso nel mondo del lavoro piuttosto che una condizione di incertezza permanente. Occorre, in ogni caso, un migliore coordinamento tra formazione e lavoro – penso al tema degli stage e degli apprendistati – e un rafforzamento degli strumenti di collegamento tra domanda e offerta di lavoro, con un maggiore coinvolgimento di strutture pubbliche e private, prime fra tutte le Università. I giovani devono essere messi nelle condizioni di lavorare anche quando si tratta di conciliare il lavoro con lo studio, o con esperienze di breve durata nei periodi estivi, in forma saltuaria, senza che ciò debba passare per lavoro nero o irregolare.

Roma 26 novembre 2008
Cristina Sanna