lunedì 28 febbraio 2011

Quote rosa nei CdA


L'Italia è al terzultimo posto in Europa in merito al numero di donne presenti nei CdA delle aziende quotate in Borsa. Insomma il mondo dell'economia e del business, nel nostro Paese, sembra ancora fortemente maschile, poco democratico, poco equo. Nonostante tutto, in un momento in cui il nostro Paese risente di una forte perdita di competitività rispetto agli Stati Membri Ue, la proposta di legge che prevede l'introduzione delle quote rosa nei CdA , ha subito - al Senato - un rallentamento su su cui pesano richieste di maggiore gradualità di Confindustria, Abi e Ania.
In Norvegia una legge di questo genere esiste già da anni e la quota rosa è fissata al 40 per cento. In Svezia la legislazione, in vigore dal 2003, prevede una parità numerica addirittura del 50 per cento. In Spagna entro il 2015 almeno il 40 per cento dei posti nei CdA sarà riservato alle donne. In Francia la presenza delle donne nei CdA delle società quotate dovrà essere del 20 per cento entro il 2014 e del 40 per cento entro il 2017. Nessuna norma coattiva esiste invece in Germania.

Sono ormai numerosi gli studi che attestano come la conduzione femminile costituisca spesso un vantaggio competitivo in azienda, termini di solidità e redditività. Ma il nostro governo, ancora una volta, si è lasciato sfuggire una grande opportunità di crescita e di sviluppo. Mobilitiamoci ProQuota Cda!

venerdì 4 febbraio 2011

Italia, il Paese dei mediocri.

Non si può restare indifferenti al sistema italiano che premia la mediocrità e allontana le eccellenze, le sotterra, le annienta. Non si può restare indifferenti a questo sistema che fa acqua da tutte le parti, che frena la crescita e lo sviluppo, che emargina i giovani e non valorizza adeguatamente il ruolo della donna nella società. Eppure, apparentemente, sembriamo un popolo di indifferenti. Stiamo zitti e lasciamo che la nostra insofferenza maturi dentro il nostro corpo, ormai logorato dalla rabbia. Siamo fiduciosi che qualcuno (chi?) prima o poi possa cambiare le cose. Siamo pazienti. Ma siamo anche consapevoli che di fronte ad un sistema così corrotto, la nostra forza non è sufficiente a smontare ciò che ormai la quotidianità ci ha abituato a sopportare.

La mediocrità è la malattia del nostro Paese, una metastasi che solo la morte può annientare. Bisogna quindi avere il coraggio di affrontarla, faccia a faccia, solo così potremmo rinascere per ricostruire un nuovo modello di vita.

La mediocrità della politica: dove sono i giovani? dove sono le donne? E’ vero, ci sono nuove stelle emergenti, nuovi volti femminili che prima di mostrare la loro faccia nei santini hanno dovuto mettere in mostra il fondoschiena. Un passaggio obbligato! Una politica senza politica non mi rappresenta.

La mediocrità della pubblica amministrazione, ormai composta da parenti e amici, da pittori, fotografi e artisti (la lista sarebbe infinita!). Un sistema amministrativo e parlamentare sovvertito a colpi di decreti, che in un batter d’occhio ribaltano risultati, annientano leggi pilastro. Una pubblica amministrazione che non è in grado di rispondere ai miei bisogni non mi rappresenta.

La mediocrità dell’istruzione finalizzata a se stessa e non al futuro e alla crescita professionale e personale dei giovani, non mi rappresenta.

Potrei riempire le pagine del mio blog di tanta altra mediocrità, ma mi fermo qui. Il mio desiderio più grande: sfogliare i giornali la mattina e trovare solo pagine bianche. Spazi da riempire insieme a chi vuole veramente che nel nostro Paese la mediocrità sia solo un ricordo.