domenica 1 febbraio 2009

In arrivo ammortizzatori sociali per i lavoratori in bilico

Il record del precariato spetta alla regione Calabria. Gli atipici di lunga durata hanno fra i 30 e i 40 anni, ma ci sono anche gli over 50, fuoriusciti dalle imprese in crisi. Sono più donne che uomini.

Gli effetti della crisi economica e la stretta sui precari della PA attuata dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, condurrà alla perdita del posto di lavoro per oltre 300 mila precari. Per questo il governo ha pensato ad una riforma che punta al rafforzamento degli ammortizzatori sociali e alla estensione delle tutele per coloro che ne sono privi. Le risorse già previste dall'esecutivo consentiranno di ampliare, rispetto al 2008, il bacino dei soggetti da tutelare. L’appartenenza settoriale, la dimensione di impresa e la tipologia dei contratti di lavoro, non saranno più un elemento di esclusione. Gli ammortizzatori verranno, dunque, estesi ai dipendenti con meno di 15 addetti, lavoratori del terziario, interinali, collaboratori a progetto e, a chi aveva già diritto alla indennità ma aveva superato il periodo massimo. Ne potrenno benefeciare solo i lavoratori atipici che hanno maturato un reddito che va dai 5mila ai 13mila euro. Per aiutare questa categoria il Governo sta pensando di introdurre un voucher mensile, poniamo di 1000 euro, che contenga 500 euro di reddito e 500 euro da spendere in formazione. Attualmente la proposta, contenuta nel dl anticrisi, ha superato il vaglio delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera e del Senato. Il provvedimento è diventato legge lo scorso 28 gennaio 2009.
Introdotti in Italia nel 1996, i contratti atipici coinvolgono una platea di circa 4 milioni di lavoratori (tra settore pubblico e privato), di cui il 43% si trova in condizioni di precarietà da oltre tre anni, il 13% da oltre dieci anni. Parliamo di circa 800 mila collaboratori a progetto, 600 mila a «somministrazione» (quelli che una volta si chiamavano interinali), 2 milioni e 250 mila lavoratori a tempo determinato, 125 mila collaboratori occasionali, 190 mila professionisti in possesso di partita Iva, tra i quali la maggior parte svolge attività in una sola azienda, per un totale del 15% dell'intera forza lavoro. Il lavoro a termine riguarda dunque 10 persone su 100, e queste diventano 24 su 100 tra i giovani e 12 su 100 tra i residenti nel Mezzogiorno.