domenica 9 dicembre 2007

Speciale sicurezza

L’impegno del governo per fermare le ‘stragi’ sui luoghi di lavoro
Parla Cesare Damiano, Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale
A cura di Cristina Sanna



Ministro Damiano il 25 agosto 2007 è entrata in vigore la legge relativa al ‘riassetto e alla riforma della normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro’. Ci potrebbe illustrare qualisono le principali novità introdotte dalla normativa?

La legge 123 rafforza innanzi tuttol’apparato sanzionatorio a carico delle aziendeche non rispettano le regole e, al contrario, introduce benefici per quelle virtuose attraverso la riduzione dei premi assicurativi. La norma relativa alla sospensione delle attività, già oggi vigente nei cantieri dell’edilizia, viene infatti estesa a tutti i settori nei quali si dovesse riscontrare la presenza di più del 20% dei lavoratori in nero. Vengono inoltre aggiunte nuove norme relative alla sospensione delle attività nel caso di superamento dell’orario massimo di lavoro, ed è previsto il carcere a fronte di gravi e reiterate violazioni delle norme di tutela esicurezza. La legge, che contiene alcune parti fondamentali immediatamente applicabili, come il coordinamento delle attività di vigilanza a livello sia territoriale che nazionale e l’avvio dei progetti sperimentali nelle scuole e nei corsi di formazione in materia di prevenzione, arriva dopo diecianni di chiacchiere e rappresenta un risultato splendido, frutto di una collaborazione feconda con il Ministro della Salute Livia Turco, della piena unità della maggioranza e dell’importante consenso dell’opposizione. Dal primo gennaio 2008 partirà inoltre l’assunzione di 300 nuovi ispettori, perché non è accettabile che oggi per4 milioni di imprese ci siano solo 4 mila ispettori del lavoro, ed è per questo che il Governo dal suo insediamento ha portato il totale dei nuovi assunti a oltre 1400.

Quali misure e stanziamenti, contenuti nel disegno di legge finanziaria per il 2008, sono rivolti a contrastare il fenomeno degli infortuni sul lavoro?
La Finanziaria 2008 interviene in maniera concreta con uno stanziamento di 50 milioni di euro annui destinatia ll'attuazione della legge sulla sicurezza. La misura rappresenta un risultato fortemente positivo a conferma dell’impegno prioritario del Governo per la tutela della vita, della salute e dell’integrità fisica dei lavoratori. La legge 123 peraltro già prevedeva 40 milioni e 400 milaeuro destinati sia agli incentivi alle imprese sia all'assunzione degli ispettori del lavoro. I 50 milioni aggiuntivi consentono quindi di realizzare gli obiettivi responsabilmente definiti dall’esecutivo nella delega approvata dal Parlamento ad agosto.
Dal rapporto annuale Inail 2006 emerge che il comparto dei lavoratori atipici (soprattutto per quanto riguarda i lavoratori parasubordinati e i lavoratori interinali), ha registrato - nel 2006 - i maggiori incrementi in termini di infortuni (+19 per cento circa rispetto al 2005 per entrambe le categorie). La situazione è analoga per quanto riguarda l’andamento degli infortuni mortali. In quale modo il governo pensa di intervenire a favore dei lavoratori appartenenti a questa categoria?
L’aspetto davvero innovativo della legge 123 sta proprio nell’estensione della normativa sulla sicurezza a tutte le tipologie di lavoro: subordinato, autonomo e parasubordinato.Quando il testo della delega verrà tradotto in decreti legislativi, le numerose misure alle quali ho fatto cenno in precedenza troveranno piena attuazione per ogni tipologia contrattuale, garantendo inoltre il rispetto dei diritti civili e sociali con particolare attenzione alle differenze di genere e alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati. Non si possono fare distinzioni: non esistono lavoratori di serie A e di serie B, soprattutto quando c’è in ballo la sicurezza. E siccome gli atipici e gli stranieri sono di fatto i soggetti più deboli, il Governo sta conducendo una lotta serrata contro il lavoro nero e sta puntando con convinzione su interventi volti a favorire la stabilizzazione.
Dal rapporto annuale Inail 2006 emerge, inoltre, un altro aspetto interessante: il calo infortunistico –rispetto al 2005 - è risultato più consistente in agricoltura (-5,2 per cento) e sostenuto anche nell’industria (-2,2 per cento), mentre nel settore dei servizi si assiste a un lieve incremento (+0,2 per cento). Come interpreta questa inversione di tendenza?
La diminuzione degli infortuni in agricoltura e nell’industria nel 2006 è senza dubbio confortante, così come sono incoraggianti gli ultimi dati sulle morti sul lavoro relativi ai primi 8 mesi del 2007. L’Inail ha infatti rilevato un calo di circa cento decessi rispetto allo stesso periodo del 2006, con gli incidenti mortali che sono passati da 867 a 761, anche se il valore è provvisorio e probabilmente subirà un rialzo. Si tratta di notizie straordinarie perchè si parla della vita e della salute delle persone, ed i risultati importanti raggiunti grazie all'impegno del governo, delle associazioni sindacali e delle imprese. I trend registrati dall’Inail sia nel 2006 che nel 2007 non fanno altro che confermare l’efficacia e l’incisività del rafforzamento dell’attività ispettiva che l’esecutivo ha perseguito sin dal suo insediamento. Confidiamo che le norme varate con la legge 123 e le misure previste in Finanziaria consolidino queste tendenze. Per ciò che riguarda i servizi, il trend degli infortuni dal 2002 a oggi è sostanzialmente costante e il lieve incremento dello 0,2% rilevato dal rapporto Inail è in realtà proporzionalmente inferiore all’aumento dell’occupazione nel settore, con un indice di incidenza che negli ultimi quattro anni è sceso dell’11%. Il fenomeno, a mio avviso, è quindi sotto controllo, ma naturalmente il dato andrà ulteriormente analizzato per capirne cause e circostanze e mettere a punto le conseguenti strategie di prevenzione.
Secondo lei le pratiche tipiche di CSR (Cultura dellaResponsabilità d'Impresa) adottate dalle aziende dietro la spinta delle crescenti attese di natura sociale e ambientale, possono contribuire fattivamente all'evoluzione dell'azienda in termini di prevenzione e di diffusione della cultura sulla sicurezza sul lavoro?
Non ho dubbi sul fatto che la cultura della responsabilità sociale delle aziende si esprima in primo luogo nel rispetto della correttezza nei rapporti con i dipendenti. Non esiste etica d’impresa se non si presta la massima attenzione ai temi della prevenzione e della sicurezza sul lavoro. E’ fondamentale che passi il messaggio che si può perseguire un profitto congruo anche osservando le regole del gioco. Quando un lavoratore sa che la sua azienda ha a cuore la salute e l’integrità dei suoi dipendenti, si sentirà effettivamente una risorsa e sarà incentivato a fornire una prestazione qualitativamente migliore.
Pubblicato su "RomaGiovani"
ottobre 2007

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