sabato 20 dicembre 2008

Insegnare la letteratura italiana e straniera in un'ottica di genere

In occasione dell'incontro di aggiornamento per docenti "Insegnare la letteratura italiana e straniera in un'ottica di genere" che si è tenuto a Roma lo scorso 16 dicembre presso la Biblioteca comunale Rugantino, Laura Silvestri, Presidente del Comitato per le Pari Opportunità di Tor Vergata, è intervenuta evidenziando la stretta relazione tra disciplina letteraria e genere femminile.

I primi a far emergere questa affinità, dice la Presidente, furono letterati e scrittori come Diderot, Balzac e Becher. La Silvestri, venne "folgorata sulla via di damasco" quando riprese in mano il famoso romanzo Madame Bovary di Gustave Flaubert. Fu allora che decise di dedicarsi allo studio della letteratura di genere. Perchè, quindi, parlare di questa disciplina in un'ottica di genere? Sicuramente, fa notare la Presidente del Cpo, perchè è il primo campo in cui la donna si afferma. Ma anche, aggiunge con un pizzico di ironia, per sfatare "la grande esclusione" avanzata da Platone quando affermò che la polis poteva essere gestita da filosofi e non da scrittori, ritenuti troppo emotivi. La ragione del parallelismo tra la donna e l'esclusione individuata da Platone - spiega la Silvestri - risiede nel fatto che l'emotività, essendo considerata una caratteristica tipica femminile, fa sì che anche la donna rientri in questa categoria di esclusi.

La figura femminile è un essere pensante, al pari dell'uomo, ma la sua mente si caratterizza per essere a rete, ossia per riuscire a tenere unite tante cose contemporaneamente. E il suo pensiero, espresso, anche e non solo, attraverso la disciplina letteraria, ha segnato importanti tappe nella storia dell'evoluzione dei comportamenti delle donne. A detta della Silvestri, sono infatti diversi gli esempi che ci riportano all'emancipazione femminile. Da Emilia Pardo Bazá che pubblicherà, nel 1800, la questione sul naturalismo francese, quando in Spagna era ancora considerata uno scandalo, a Suor Juana Inés de la Cruz, straordinaria figura femminile, una tra le maggiori poetesse dell’epoca barocca messicana e tra i più grandi letterati di tutta la letteratura ispanoamericana. Contrassegnata da un forte temperamento e da doti intellettuali non comuni, la Cruz riuscì in un primo tempo a sfuggire alle rigide regole imposte alla vita delle donne dell’epoca, ma che successivamente costituirono il maggiore ostacolo alla realizzazione della sua più grande aspirazione - una vita interamente dedicata agli studi - prerogativa che a quei tempi veniva riconosciuta solo agli uomini. Senza trascurare le Madri de la plaza de Mayo, semplici donne, madri "pazze" di dolore per la scomparsa dei figli, che poco per volta hanno trasformato il loro dramma in un’azione collettiva per capire e cambiare il mondo, per diffondere una cultura dei diritti civili in opposizione alla dittatura argentina.

L'incontro del 16 dicembre fa parte del Progetto Sui Generis, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Pari Opportunità, organizzato dall'I.i.s. Giovanni Falcone e I.i.s. Carlo Urbani di Roma.
Il prossimo 13 gennaio 2009, alle ore 15,00 (Biblioteca Rugantino di Roma), Laura Silvestri e Cristina Sanna parleranno de "I Saperi e le esclusioni di ambo i sessi"

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